-ROBERTO RlZZON: lo stigma della
Bellezza
"Nefausseté ne
desmesure: Raison doi garder et
droiture" (Ch. De Troyes)
C
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Verranno poi gli anni
di Parma, di Genova, di Acqui, di Savona, e saranno, a loro modo, decisivi, anche se
non è difficile cogliere, dietro a tanto nomadismo, le immedicabili abrasioni di
una plurima nostalgia o,
meglio, un oscuro bisogno di accasarsi in un luogo o in uno spazio dell'anima, dove, al di là degli strappi, si conservi immutabile il meglio della vita.
È a Genova Pegli che,
alla scuola del pittore Gustavo Tiranti, egli apprende i primi rudimenti del
colore e delle tecniche pitto-riche in genere, di cui fa ben presto tesoro, tanta è la
sicurezza con
cui particolari architettonici o scorci di paesaggio si traducono, nelle sue
tele o sui suoi fogli, in folgoranti epifanie. Perché la pittura nelle sue mani diventa un modo - se
non il modo - per riattingere
all'essenzialità e alla spontaneità del "fanciullino", adulterate magari dall'evolvere spesso indesiderato
della vita e del tempo ma mai del
tutto perse di vista. Ed ecco, allora, rispuntare, dietro l'artista
pensoso e sensibile di oggi, l'angelo e/o il cavaliere, araldiche o
emblematiche figure di rettitudine e di lealtà, che sembrano uscire dalle pagine miniate dei romanzi arturiani o dai
mirabili affreschi del Pisanello. Sì, perché il Medioevo - quel Medioevo!
- non è meno spazio che tempo: è anzi il miracoloso cronotopo in cui dati
memoriali, più o meno inconsci, e forme o residui dell'immaginario collettivo
si son dati per sempre convegno. In
una luce di tenue malinconia. Quoniam advesperascit...
Carlo Prosperi
…le abili dita dell’artista
danno vita a quadri intensi:acque
di vibrante madreperla della
sua laguna veneta,leoni di San
Marco troneggiano maestosi
nel variegato mosaico della
Storia.
Lo sguardo di Roberto,
intensamente azzurro, sa accompagnarti nell’oceano misterioso dell’anima.
Egle Migliardi